Beatrice Zagato

Inizialmente London is Open mi aveva fatto pensare alla Brexit, a tutte le conseguenze della sua uscita dall’UE, al fatto che uno dei motivi determinanti la vittoria di tale uscita fosse stata la volontà di contrastare e arginare il fenomeno immigratorio in Inghilterra con la chiusura delle frontiere.

Così facendo la mia opera, nel caso avessi vinto il concorso, sarebbe stata fondamentalmente di denuncia, di critica, di presa di posizione rispetto ad una situazione che io non condivido, ad una apertura che ha deciso alla fine di chiudere la porta agli altri.

Poi mi sono detta che in questo modo avrei fatto io in primis un’opera di chiusura. E non è ciò che voglio. L’arte, o almeno quello che io faccio attraverso l’arte, è esattamente il contrario: è lo stimolo che ti porta a reagire ad una situazione, che ti dà la forza per farlo anche quando si crede che quella forza si sia esaurita. Per cui la mia arte non dirà mai che la porta è chiusa, ma di guardare meglio, per capire che in realtà essa è socchiusa e filtra ancora molta luce.

 La mia idea è di mettermi in contatto con più artisti che vivono e operano a Londra e con chi si dimostri disponibile realizzare due opere a quattro mani. L’importanza non ce l’ avranno tanto o solo, le opere che realizzeremo, quanto piuttosto il lavoro fatto insieme, i dialoghi, le idee, il tempo condiviso, che verrà documentato con video e foto.

In questo modo London is Open avrà creato un ponte.